Stesso cliché da sempre.
Solo che abiti a pochi metri dalla ferrovia e quando passa il treno tutto ciò che è attorno a te viene coperto dal rumore del suo passaggio.
Un rumore forte, inconfondibile, di quelli che non ti spieghi come puoi fare a sopportare.
Diventa un'abitudine, in fondo si tratta di pochi secondi.
Saltuariamente, senza cadenze precise, quel rumore è più forte, ed è diverso. Ti ricorda quello che senti nei film western e lì capisci che sta per succedere.
E' l'evento che ti rallegra la giornata, ti fa sentire bambino per quei pochi attimi, proprio come quando ti facevi portare da tuo papà nei pressi di una galleria, al mare, a vedere il passaggio del treno. Questo però è un treno d'epoca, il suo rumore è coinvolgente. E' un vero “ciuf-ciuf”, proprio come dicono i bambini.

Tutto si interrompe, tutti si affacciano. Solitamente arriva prima il fumo, un po' bianco, la maggior parte delle volte nero come il carbone. Lo vedi passare e cerchi di contenere la tua gioia, perchè in quel momento hai come la sensazione di essere uno degli abitanti di Borgo due case, frazione di Borgo tre case (mi pare si chiamasse così), il paese immaginario dipinto nel Ragazzo di Campagna di Pozzetto, quello in cui tutti gli abitanti si riuniscono due volte la settimana per vedere il passaggio del treno, commentandolo come se fosse un evento.
Perchè è un evento, anzi “L'Evento”
Semplicità contadina al servizio della commedia italiana, per descrivere un mondo ormai estinto.
Ti viene da pensare che “il treno è sempre il treno, è sempre bello”, ma lo dici a te stesso, sottovoce che più sottovoce non si può.
Poi si torna a tavola, al lavoro, alla quotidianità, fin quando un giorno si spengono le luci.
Totalmente, per tutto il quartiere.
Nessun black-out, si sta girando un film, uno dei tanti girati nella nostra meravigliosa città.

Anche questo è un evento, infatti prendi la tua digitale e scatti una foto per immortalarlo.
Passa qualche anno e la realtà muta. Saluzzo perde (anche) la stazione del treno, maledetta crisi, maledetti tagli. Riscopri quella foto nei meandri del tuo pc e capisci che nulla descrive al meglio ciò che è successo.
Si spengono i riflettori e se ne va un altro pezzettino di storia.
In quel momento riscopri la saggezza contadina e la vedi con un occhio differente.
Avevano ragione loro,
perché il treno è sempre il treno, è sempre bello.
Specie quando non ce l'hai più.
Perchè è un evento, anzi “L'Evento”
Semplicità contadina al servizio della commedia italiana, per descrivere un mondo ormai estinto.
Ti viene da pensare che “il treno è sempre il treno, è sempre bello”, ma lo dici a te stesso, sottovoce che più sottovoce non si può.
Poi si torna a tavola, al lavoro, alla quotidianità, fin quando un giorno si spengono le luci.
Totalmente, per tutto il quartiere.
Nessun black-out, si sta girando un film, uno dei tanti girati nella nostra meravigliosa città.

Anche questo è un evento, infatti prendi la tua digitale e scatti una foto per immortalarlo.
Passa qualche anno e la realtà muta. Saluzzo perde (anche) la stazione del treno, maledetta crisi, maledetti tagli. Riscopri quella foto nei meandri del tuo pc e capisci che nulla descrive al meglio ciò che è successo.
Si spengono i riflettori e se ne va un altro pezzettino di storia.
In quel momento riscopri la saggezza contadina e la vedi con un occhio differente.
Avevano ragione loro,
perché il treno è sempre il treno, è sempre bello.
Specie quando non ce l'hai più.
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