Navigando su youtube, mi sono imbattuto in questo video, caricato nel marzo del 2009. Dura solo 3.41 secondi, credo valga la pena vederlo e ascoltarlo.
Dunque.
Premetto che ho immenso rispetto, e non sono affatto ironico, nei confronti di chi si sbatte per qualcosa mettendoci la faccia, come hanno fatto tutti questi ragazzi, molti dei quali conosco pure sebbene solo di vista o poco più.
Mi permetto di sorridere di fronte alla candida ingenuità di molti di loro, nati grossomodo tra l'86 e il '90, intenti a commentare i cambiamenti della società-movida saluzzese, non fosse altro che certi confronti andrebbero fatti quantomeno su scala decennale, e non penso che la maggior parte degli intervistati possa permettersi, anagraficamente parlando, di commentare seppur indirettamente la Saluzzo dei primi ‘2000 degli anni '90, '80, '70 et via dicendo.
Io, nato in un sabato di dicembre post natalizio del 1980 (la vigilia di Torino-Bologna), posso immaginare quella che è stata la Saluzzo notturna degli anni '80 e primi '90, ma purtroppo non avendola vissuta in prima persona perché neonato o poco più che lattante, non posso far altro che appoggiarmi ai racconti di chi si ricorda come andavano le cose ai tempi.
Ho sempre avuto molta curiosità nei confronti di ciò che mi veniva raccontato dai più vecchi di me, talora romanzando sia per eccesso che per difetto. Penso alla “movida del Noch Noch”, il tappeto di siringhe alla Rosa Bianca o quello che era andare a fare gli sbruffoni nella San Martino dei secondi 70.
Approfondendo spontaneamente la Saluzzo che fu, scopro come le nostre quattro vie possano vantare una delle prime birrerie con l'insegna al neon installata in provincia di Cuneo, parlo dei primi anni dello scorso secolo, non prima della pedonalizzazione di Corso Italia; negli anni '40 Saluzzo era la capitale cuneese della Trippa e del Vino, ma si andava nelle osterie per mangiare e bere, non nei “Pub” a consumare i “cocktail” o a chattare tra un sorso di vino e un computer portatile. In prossimità dell'ultima fermata cittadina del tramvai, quando a Saluzzo ci si spostava in bici e le macchine erano il mezzo dei ricchi, ci si poteva bere un gotu di barbera alla Gambrinus, ma li ci si andava soprattutto perchè c'era il campo da bocce e il pergolato dove i nostri bisnonni baccagliavano le nostre bisnonne, e la gente si spostava perchè quello era un posto all'avanguardia, e in secondo luogo perchè un quartino di vino non pesava sui portafogli vuoti delle famiglie all'indomani della Seconda Guerra Mondiale.
Potrei andare oltre con gli esempi, ma questo era per sottolineare come le cose cambiano, il tempo, ahinoi, passa per tutti, usi costumi e abitudini comprese.
Citando l’esempio del venerdì sera, preso ad esempio più volte nelle domande del filmato, resto dell’idea he la gente al venerdì non esca più come qualche anno fa, non perché a Saluzzo manchi qualcosa, ma perché con 1000 euro scarsi di stipendio ci si paga solamente più l'affitto, la rata della macchina [che a Saluzzo non è proprio una cosa inutile da parcheggiare, specie se immatricolata di recente] e se avanza qualcosa magari si mangia anche.
La Saluzzo degli anni 2000 è diversa, migliore o peggiore non sta a me dirlo, ma diversa come è diverso il mondo che sta cambiando giorno dopo giorno; non sarà di certo Saluzzo con il night-club in centro o la discoteca al posto del chiostro di San Bernardino a cambiare le cose.
Ma poi, facciamo anche dei distinguo.
Vogliamo creare una Saluzzo che attiri la gente da fuori che vada oltre alla notte bianca, il programma del Ratatoj, la Saluzzo estiva, gli appuntamenti culturali?
Benissimo.
Scegliamo che tipo di gente, poniamoci degli obbiettivi, magari tralasciando da parte le pietre di Luserna nei nostri proclami.
A pensarci bene, il turista che in quella che per 1/16768 è anche la mia città, arriva, visita, consuma nei bar, si fa la pizza, e poi saluta senza sporcare c'era prima come c'è ora, anzi, mi pare di aver letto in qualche posto che i turisti siano aumentati.
Se vogliamo che Saluzzo si animi di gente pronta a ballare Joe T Vannelli davanti al duomo mentre scarica la suoneria di Gigi d'Agostino bevendo un cocktail che poi vomiterà dentro la sacrestia di San Giovanni pulendosi la bocca con l'ingresso omaggio dello Shock, e mi consuma irrispettosamente la mia percentuale virtuale di Saluzzo, scusate, ma preferisco di no.