Blog semiserio, romantico e nostalgico dedicato alla più bella città di tutto il Piemondo: Saluzzo. Droit quoi qu'il soit, siempre
martedì 30 aprile 2013
Differenziata marchionale
Il comune di Saluzzo: quando l’esempio vien dall’alto.
In quanto saluzzese, mi piacerebbe poter dare un’Allemano alla mia città, ma non facendo parte di nessun partito mi limito a votare e adempiere ai miei doveri di cittadino; qualche martedì fa, passeggiavo nei pressi del comune, quando delle urla forsennate mi attrassero: era in atto il consiglio comunale più simile a una Risso che a un dibattito, e lo capii quando un consigliere ricevette una Pignatta in faccia. In quel momento Ponso: “Non è con la violenza che si risolvono le cose, è il Momberto di intervenire”. Il dibattito era su vari Tagliano del Governo, sulla cultura, servizi sociali e eventuali ricadute sulla collettività, e soprattutto sulla Differenziata partita da oochi anni, al che sfondai la porta ed entrai in mezzo all’acceso dibattito, dopo essermi pulito le scarpe sporche di Terrigno, provocando la reazione stizzita dei presenti: “E lei chi è? Lovera fino adesso? Questo è il nostro Iacampo, ci lasci lavorare e non ci rompa i Bodoni!”.
Ci rimasi male, non avevo nessun intento Pellico, volevo solo fare da paciere, eppure un signore con un Lanzone enorme mi disse: “Noi siamo qui per fare il bene della città, anche se siamo politici non Rubiolo nulla!”
Mi sembrò una frase buttata a caso nel Calderoni dei discorsi fatti, ma avevo il sentore avesse la coda di paglia, in fondo non c’era nessun motivo di dirmi certe cose.
Mi tolsi un Sassone dalle scarpe rispondendogli: “Arrivo Damilano, la è da Maggio che fanno la differenziata senza grossi risultati e noi qua dopo tre settimane sentenziamo già il fallimento? Miretti quel mucchio di spazzatura in fondo alla via, l’ho Contin, sono trenta sacchetti. Io Andreis anche a toglierli, ma bisogna far leva sul senso civico della gente, non sulle opere caritevoli dei singoli cittadini!”.
Uscii e prima di tornare a Cavassa andai a bermi una birra in quel locale una volta chiamato Re Artusio, e dopo pochi minuti arrivarono anche loro, i membri del consiglio comunale. Erano più rilassati, sembravano anche più Revelli, uno mi riconobbe e salutò con la sua Denina ma non andò oltre, forse memore di quando fatto prima.
Arrivato a casa, alle prese con il mio Anelli vibrante, ebbi l’illuminazione: non mi avevano cagato per niente, di fatto mi avevano accuratamente differenziato.
Come si suol dire, l’esempio vien dall’alto.
A noi cittadini non resta che imparare.
Bene ironia a parte, la mia impressione, stando anche a ciò che leggo e sento in giro da svariati concittadini, la differenziata a Saluzzo funziona. Da bravi bògianen ci abbiamo messo un po': noi piemuntèis, si sa, ci mettiamo un attimo a metabolizzare i cambiamenti.
Tutto ciò mi permette, finalmente, di chiudere per sempre una pagina sconvolgente della mia vita. La foto qui proposta la scattai nell'ottobre del 2005 in Piazzetta Santa Maria. Per oltre un lustro mi son scervellato per capire cosa ci facesse a Saluzzo un cassonetto del Comune di Chivasso.
Oggi, senza cassonetti, la cosa non mi interessa più.
Sono più sereno,
e forse anche l'ambiente.
Giulio R.
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